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Studio Legale Piantanida

Il ruolo dei nonni nell’emergenza da Coronavirus tra Fase 1 e Fase 2

I genitori italiani, nella gestione quotidiana delle proprie esigenze lavorative e della cura dei figli, spesso fanno affidamento su una tra le maggiori risorse del nostro paese: i nonni.

Nonni che diventano inseparabili compagni di giochi dei nipoti e preziosissimo aiuto per i genitori.

Ma cosa accade quando l’emergenza sanitaria da COVID19 chiude le scuole e costringe ciascuno – soprattutto gli anziani – a non uscire dalle proprie abitazioni?

In altre parole: possono i genitori continuare ad avvalersi dell’aiuto dei nonni nella gestione quotidiana dei minori? Ed ancora, più specificatamente, può un genitore separato/divorziato condurre i figli dai nonni nel caso in cui sia impossibilitato a gestirli in un giorno di propria spettanza?

Una prima risposta a tale quesito è stata elaborata dal Governo, che ha ammesso la possibilità di condurre i figli minori dai nonni “solo in caso di estrema necessità, se entrambi i genitori sono impossibilitati a tenere i figli con sé per ragioni di forza maggiore. [...] Ma si sottolinea che ciò è fortemente sconsigliato, perché gli anziani sono tra le categorie più esposte al contagio da COVID-19 e devono quindi evitare il più possibile i contatti con altre persone. È quindi assolutamente da preferire che i figli rimangano a casa con uno dei due genitori che usufruiscono di modalità di lavoro agile o di congedi” (http://www.governo.it/it/faq-iorestoacasa).

Nonostante tali indicazioni, sul punto è stato chiamato a pronunciarsi anche il Tribunale di Bari che, con provvedimento reso in data 1 aprile 2020, ha precisato che le figlie minori della coppia “anziché essere collocate presso persone più anziane, maggiormente esposte alle conseguenze dei rischi da contagio, potrebbero piuttosto essere collocate presso il padre ovvero potrebbero rimanere al proprio attuale domicilio con l’assistenza del padre medesimo o di una baby sitter […]” .

Su tali premesse, il Tribunale ha invitato i genitori a trovare un accordo sulla gestione delle figlie durante il periodo di emergenza sanitaria “con la raccomandazione di ridurre il più possibile l’esposizione delle minori all’esterno ed il loro contatto con soggetti terzi”.

La decisione in esame evidenzia quanto sia essenziale che i genitori – soprattutto nella situazione emergenziale che stiamo vivendo – sopiscano il loro conflitto e si assumano le proprie responsabilità genitoriali, adottando ogni comportamento utile e necessario a tutelare l’interesse della prole, nel rispetto della normativa vigente.

Dunque, affidare i figli alle cure dei nonni è - e deve essere -, in questo periodo, evitato il più possibile.

E dal 4 maggio 2020? Cambierà qualcosa con l’avvio della cosiddetta “Fase 2”?

Il Dpcm 26 aprile 2020 all’art. 1, lett. a), prevede che “si considerano necessari” - e, dunque, giustificati - “gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie”.

In attesa di eventuali chiarimenti da parte del Governo e/o di pronunce giurisprudenziali sul punto, sembra preferibile ritenere che sia possibile “far visita” ai nonni, ma non affidare alle loro cure i minori.

Resta, infatti, anche nella “Fase 2”, la necessità di evitare assembramenti e di tutelare le persone più vulnerabili – gli anziani in primis –, rispettando il distanziamento sociale di almeno un metro.

Distanziamento sociale certamente inconciliabile con l’accudimento dei nipoti.

Nulla cambierà, dunque, sotto questo profilo, dal prossimo 4 maggio.

In conclusione, l’emergenza sanitaria in corso ha richiesto - e continuerà a richiedere - a tutti un grande sforzo: ai genitori che dovranno rinunciare al preziosissimo aiuto fornito loro dai nonni, a nonni e nipoti che dovranno sopportare la sofferenza di questa distanza.


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Pubblicato lunedì 27 aprile 2020
da Studio Legale Piantanida
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